Le meraviglie e i misteri del remoto oggetto della Fascia di Kuiper chiamato Ultima Thule continuano a destare stupore, man mano che arrivano a noi le riprese della sonda New Horizon. Questa immagine, catturata durante il passaggio ravvicinato di Capodanno, è la visione più definita ad oggi di questo straordinario, antico oggetto ai confini del Sistema Solare. A una distanza di ben 1,6 miliardi di chilometri da Plutone e 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra, Ultima Thule (2014 MU69) è l'oggetto più distante mai esplorato da missioni spaziali. "Questo flyby è un risultato storico. Mai in precedenza il team di una sonda spaziale ha esplorato un corpo celeste così piccolo a una velocità così elevata e così lontano negli abissi dello spazio. New Horizons ha raggiunto un nuovo traguardo per la moderna esplorazione spaziale", ha dichiarato Alan Stern del Southwest Research Institute a Boulder, Colorado, Principal Investigator della missione. La ripresa, ottenuta con la Multicolor Visible Imaging Camera (MVIC) a bordo di New Horizons, è stata effettuata quando la sonda si trovava a 6.700 chilometri di distanza dall'oggetto. Con una risoluzione originale di 135 metri per pixel, l'immagine è stata rielaborata per evidenziare fini dettagli e ottenere maggiore contrasto. La ripresa rivela dettagli topografici inediti lungo la linea del terminatore, che segna il limite tra giorno e notte, ad esempio numerosi piccoli affossamenti con diametro fino a 0,7 chilometri. Anche la struttura circolare ampia 7 chilometri, visibile sul più piccolo dei due lobi di Ultima Thule appare come una profonda depressione. Entrambi i lobi sfoggiano molte formazioni chiare e scure interessanti, di origine ignota, che potrebbero rivelare indizi sul modo in cui questo oggetto si è assemblato durante la formazione del Sistema Solare, 4,5 miliardi di anni fa. Una delle caratteristiche più straordinarie è il "collare" luminoso che separa i due lobi. "Questa nuova immagine inizia a rivelarci differenze nei caratteri geologici dei due lobi di Ultima Thule, e ci si presenta con nuovi misteri", afferma Stern. "New Horizons è come una macchina del tempo, che ci riporta alla nascita del Sistema Solare. Stiamo osservando una rappresentazione fisica dell'inizio della formazione planetaria, congelata nel tempo", ha dichiarato Jeff Moore, membro del team della missione. "Studiare Ultima Thule ci aiuta a comprendere la formazione dei pianeti, sia quelli nel nostro Sistema Solare, sia quelli in orbita attorno ad altre stelle nella nostra galassia".