Il Lander Philae è "accometato" finalmente sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

 

 

 

 

 Philae è atterrato sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Per la prima volta nella storia un manufatto umano è lì, a contatto con uno dei residui della formazione del sistema solare. Il lander, che per dieci anni ha viaggiato all'interno della sonda ESARosetta, si trova ora sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.  Certo, non sono mancati i momenti di apprensione. Il sistema di ancoraggio del lander Philae non ha funzionato e il robottino è inaspettatamente rimbalzato per quasi un chilometro sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, che di chilometri ne conta soltanto 4 in larghezza. Philae ha terminato la sua corsa ficcandosi, instabile, in una zona quasi completamente oscurata dall'ombra di un dirupo. Nonostante tutto questo le operazioni scientifiche sono state tutte eseguite. Philae si è messo al lavoro nella sua  nuova sfortunata e inaspettata posizione, e ha inviato a Rosetta (e poi a Terra) tutte le informazioni raccolte. Alla fine anche l'ultimo degli strumenti a bordo di Philae, forse il più importante e interessante, è riuscito a entrare in funzione: il trapano SD2, che porta la firma di Amalia Ercoli Finzi, uno dei tanti nomi italiani coinvolti nella missione europea. Dalle prime analisi gli strumenti del lander suggeriscono che la cometa sia estremamente dura e rivelano tracce di molecole organiche. A scoprire la durezza della superficie della cometa è stato lo strumento Mupus (Multi-Purpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science, uno dei dieci a bordo di Philae) che ha provato a martellare, con forza crescente, il corpo celeste, senza riuscire ad andare in profondità. Si stima quindi che la cometa sia dura come il ghiaccio, come da attese per questi corpi celesti, anche se alcuni dati facevano pensare a una superficie parzialmente morbida per 67P/Chury6umov–Gerasimenko. La conferma che le cose non stiano esattamente così arriva anche dai rilevamenti compiuti dall'esperimento Sesame (Surface Electrical, Seismic and Acoustic Monitoring Experiment), che mostra un cospicuo e resistente strato di ghiaccio sotto il sito del primo atterraggio, aggiungendo che l'attività della cometa sembrerebbe piuttosto bassa qui. Ma i primi dati rispediti a Terra da Philae non finiscono qui. Sappiamo infatti che il driller (italiano) SD2 è stato attivato, anche se al momento non si conoscono informazioni precise sulla quantità e il peso del materiale campionato e ancor meno sulla sua natura. Eppure le analisi compiute dallo strumento Cosac (COmetary SAmpling and Composition) avrebbe compiuto analisi preliminari sull'atmosfera della cometa, rivelando la presenza di molecole organiche (con carbonio quindi, l'elemento centrale della vita sulla Terra), per le quali si attendono analisi spettrali volte a capire quanto siano o meno complesse.  Attendiamo ulteriori analisi e sviluppi in quella che è considerata una delle missioni più eccezionali della storia dell' uomo. Vediamo alcune immagini della cometa riprese da Philae e alcune riprese dalla Rosetta durante l'avvicinamento:

 

 

 Fig.1 - La prima immagine inviata dal lander Philae dopo l'atterraggio sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. In primo piano uno dei tre piedi del lander. 

 

 

 Fig.2 - Affascinante e misteriosa, la cometa appare in penombra in questo mosaico di quattro immagini scattate dalla telecamera di bordo di Rosetta da 31,8 chilometri di distanza.

 

 

 Fig.3 - Una "montagna" sulla scabra superficie di 67/P in una fotografia scattata dalla telecamera di navigazione di Rosetta.